Aspetti che sia perfetto?

Quasi 100 anni fa, il biologo russo Ivan Schmalhausen sviluppò la teoria della selezione stabilizzante. Egli descrisse come una specie che si evolve per essere eccellente in una cosa tende a diventare più insicura in un'altra. Ecco perché non esistono specie perfette.

Per esempio, un albero alto cattura più luce solare ma diventa più suscettibile ai danni del vento. Gli husky siberiani hanno bisogno di molti muscoli per trainare le slitte, ma devono rimanere abbastanza leggeri per stare in cima al ghiaccio.

 

In natura ci sono sempre delle “inefficienze”. Diventare perfetti tende a ritorcersi contro, quindi le specie raramente si evolvono per diventare perfette in assoluto. Le imperfezioni permettono di sopravvivere e prosperare.

 

Le insidie dell'essere perfezionisti

Essere perfezionisti è una trappola perché è difficile essere perfetti. Inoltre i perfezionisti tendono a ottenere meno risultati e a stressarsi di più. Lo stress causato dal perfezionismo può portare ad ansia ed è stato collegato a una serie di risultati negativi, tra cui bassa autostima, disturbi del sonno, inquietudine e disagio.

 Il perfezionismo è dannoso quando è caratterizzato da un'eccessiva attenzione al controllo. I perfezionisti possono diventare estremamente esigenti e preoccupati di assicurarsi che tutto sia perfetto, il che può portare a tentare di controllare le situazioni o le persone. E questo può avere anche ripercussioni sulle relazioni interpersonali.

 

Rimaniamo adattabili

Certo, tutti vogliamo una vita migliore. Ma questo non significa che dobbiamo concentrarci sull'essere "perfetti”. È meglio adattarsi alle condizioni esterne migliorando progressivamente. Osare con le nostre imperfezioni.

Evitiamo la mentalità del "tutto o niente" che spesso ci impedisce di sviluppare ciò che ci aiuta ad avere successo in una determinata cosa. Ad esempio non aspettiamo le condizioni perfette prima di cambiare lavoro. Oppure non attendiamo di essere "perfetti" in una competenza o abilità prima di utilizzarla. Cominciamo ad usarla poco per volta per progredire, utilizziamola anche solo il 10% ma non rimandiamo a quando saremo pronti del tutto, perché il rischio è quello di non sentirsi mai pronti perché “non perfetti”.

 Progredire significa usare al meglio ciò che abbiamo. 

Focalizziamoci sul progresso, piuttosto che sul perfezionismo: questo ci permette di concentrarci su come sono le cose, anziché che su come vorremmo che fossero.


Quale aspetto di te, competenza o abilità puoi cominciare ad utilizzare fin da subito anche se “non è perfetta”?